Magistrato Dtt. Ilario Martella

Ho discusso con il giudice Martella. Mi qualifica non “degno di considerazione” in quanto non credibile. Lui che ha prestato fede al più grande bugiardo e depistatore della storia giudiziaria, per ammissione dello stesso Agca, ed in conseguenza di ciò il Dtt. Martella ha tenuto per anni in “sequestro” due persone rivelatesi poi al processo assolte. Lo stesso entra in grave contraddizione dichiarando di sentirsi “molto sicuro” delle sue proposizioni pur non conoscendo i risultati istruttori. Racconta che i telefonisti del fatto Orlandi erano sicuramente uomini della Stasi senza sapere che di queste telefonate io ne conosco le cabine di origine e quel che ci si riferiva, nonché il fatto che ad ogni perizia fonica io posso risultare essere il telefonista maggiore. Costui è l’uomo che ha condotto le indagini per l’attentato al Papa. Non dimenticando che il signor Antonov aveva una figlia rimasta per lunghi anni nell’assenza del padre, ingiustamente calunniato ed accusato. Io sono cosciente del mio passato. Si penta anche il giudice Martella.

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9 Responses to Magistrato Dtt. Ilario Martella

  1. legaitalia says:

    la tua parola mi ricorda il caso di michele misseri. dietro una palese e coerente confessione la magistratura ha voluto chiudere a suo modo, perchè il treno mediatico non poteva cambiare direzione.

  2. legaitalia says:

    sono entrata con l’account del blog che ho curato per lega italia, ma non era un intervento politico, sono una giornalista che segue questa vicenda in disparte ma con interesse

  3. Anna54 says:

    Scusa Legaitalia, ma di quale “palese e coerente confessione” vai parlando, a proposito di Michele Misseri..?? A tutto voler concedere, il signor Michele si è contraddetto, impappinato, confuso, corretto almeno una decina di volte, nel racconto dell’omicidio di Sara. Senza contare la clamorosa ‘chiamata in correità’ della propria stessa figlia (unica parte della sua “palese e coerente confessione” che molti, chissà perché, ritengono estorta o frutto di uno stato psicologico alterato: che strano). Io quindi, al di là di tutto, non metterei a confronto i patetici e improbabili giri di parole dell’agricoltore di Avetrana, balzato agli onori della cronaca suo malgrado, per un fattaccio familiare, con il racconto puntuale, lucido e circostanziato del Sig. Accetti, racconto che presenta un unico limite: fornire informazioni su uno dei rompicapo più intricati e misteriosi della cronaca nera degli ultimi trent’anni, e avere poche prove a sua conferma. Sì che nessuno, dal pubblico televisivo ai giornalisti ai giudici ai magistrati alle famiglie degli scomparsi, è stato finora in grado di definirlo “vero” senza ombra di dubbio…. Ma l’onere della prova spetta alla parte attrice, e lui lo sa. Quindi siamo in molti ad aspettare, oltre al racconto, anche prove tangibili (al di là del flauto) o altre testimonianze.

    • legaitalia says:

      Mi chiamo simona, ho ampliamente specificato la posizione di un condannato laddove una condanna era già scritta. Ho ampliamente specificato come due casi così diversi abbiano in comune sentenze già scritte. Il problema di questa nazione è lo spirito polemico che la caratterizza. Oltre alla superficialità nel dare per forza delle risposte . Conosco abbastanza bene il sistema giuridico poiché sono una giornalista di cronaca giudiziaria. Il paragone con misseri, se non lo ha colto, riguarda quanto ho appena riportato. Buona vita

  4. Anna54 says:

    Simona, a dire la verità non ho trovato nel suo post alcuna ‘ampia specificazione della posizione di un condannato”, anzi, non capisco nemmeno esattamente cosa significhi questa frase. Peraltro, il paragone con Misseri l’ho colto benissimo, ed è proprio quello stavo contestando, se non l’ha capito. Perché, ha ragione lei, “il problema di questa nazione è lo spirito polemico che la caratterizza”: fino a volere ad ogni costo mettere in discussione una sentenza che “non piace”, definendola “già scritta”. Anche se ciò fosse vero, non significherebbe automaticamente che la sentenza è “ingiusta”, ma semmai che, in base alle risultanze processuali, agli indizi, agli interrogatori e alle intercettazioni fatte, ce n’era a sufficienza anche prima del processo, per immaginare come sarebbe andata a finire. In sostanza dissento sul presupposto di base, ovvero che sia stato condannato qualcuno in base a una sentenza di condanna ‘preconfezionata’ e basata sul nulla, come mi sembra di capire dalle sue parole. La magistratura non sbaglia “sempre”, e se lei è giornalista di cronaca giudiziaria dovrebbe darne atto: lo stesso Sig. Accetti ha avuto, trent’anni fa, una sentenza di parziale assoluzione della quale si dichiara ancora oggi soddisfatto, sebbene per altri versi la sua immagine ne sia uscita fortemente compromessa. Troppo comodo, quindi, gridare all’ingiustizia e alla corruzione della magistratura e all’attitudine forcaiola del popolo italiano, di fronte a decisioni che non si condividono, per poi sostenere che “giustizia è fatta” quando vengono emesse sentenze che rispecchiano il nostro personalissimo modo di interpretare le vicende giudiziarie del Paese. La prima cosa da fare, specie da parte di coloro che rivestono un ruolo pubblico (e lei, come giornalista, ha una responsabilità in questo senso), è documentarsi il più possibile sui fatti, mantenendo lucidità e imparzialità di giudizio e osservando e comparando gli indizi emersi, il più possibile vicino alla “fonte”: e se non ci sono elementi sufficienti per esprimere un giudizio certo, allora meglio astenersi dal parlare (in questo senso le dò ragione: il caso Avetrana, semmai, avrebbe dovuto concludersi con un’assoluzione per insufficienza di prove).

    • legaitalia says:

      Quello che mi indigna è purtroppo la forte manipolazione mediatica che viene applicata a vicende giudiziarie e da qui una lunga sfilza di esempi, Avetrana a parte, diciamo che l’incipit lo diede forse il caso Pacciani, clamoroso scandalo sulla vicenda del mostro di Firenze, passando per Rignano Flaminio, vicenda che ho trattato sin dall’inizio e che ha visto la magistratura formulare una sentenza in primo grado con assoluzione in formula piena perché “il fatto non sussiste” e mi creda: dopo aver studiato parola per parola, riga per riga le oltre 15mila pagine di carte processuali, le garantisco che proprio i media hanno voluto far trapelare solo alcuni momenti cardine della scabrosa storia. Mi ripugna l’atteggiamento che centinaia di “colleghi” assumono perché sottomessi alle volontà e le correnti editoriali, nonché agli stretti rapporti che li legano con le forze dell’ordine, sempre ansiosi di passare dalla parte di chi sa fare giustizia. Ma questi meccanismi sono talnente radicati che solo provare a smontare questo sistema si rischia di finire come me: ruote bucate, telefonate minatorie….il prezzo che si deve pagare per la ricerca della verità.

      • legaitalia says:

        Mi piacerebbe conoscere il parere del dottor ascetti a riguardo. Credo che condivida il mio giudizio sulla manipolazione mediatica. Un saluto caro.

  5. Anna54 says:

    In attesa del parere di Accetti, che senz’altro sarà d’accordo, rispondo che la manipolazione mediatica è un dato di fatto, e non da oggi: si può dire che da quando è stata inventata la stampa, e poi la televisione e poi Internet, gli addetti ai lavori se ne sono serviti per attirare dalla loro l’opinione pubblica: e se questo, in passato, ha avuto un ruolo determinante soprattutto in politica, contribuendo a decretare il successo di questo o quel partito di governo, oggi assistiamo a un progressivo spostamento dell’interesse del cittadino medio verso i fatti di cronaca nera, un fenomeno di costume che un buon sociologo potrebbe certamente aiutarci ad interpretare al meglio…. Questo, a sua volta, ha comportato una vera e propria “corsa allo scoop”, che vede coinvolti quotidiani, settimanali e programmi televisivi in una guerra reciproca senza esclusione di colpi…. E questo è veramente, veramente ridicolo. Ma tant’è, nel tritacarne mediatico ci cadiamo tutti prima o poi, attratti da qualche vicenda particolare che risveglia il nostro pigro interesse verso il “sociale”….
    La cosa che io contestavo, però, è l’affermazione che anche la magistratura nel suo insieme s’inchini alle esigenze di questo “potere mediatico”, distorcendo fatti e documenti pur di emettere decisioni che rispecchino l’opinione pubblica prevalente: trovare, insomma, un ‘colpevole purchessia’ da dare in pasto alla gente: non credo, per carità, che giudici e magistrati siano una classe “eletta”, infallibile e incorruttibile, tutt’altro, ma temo che le motivazioni di fondo di certe sentenze siano da ricercare ben oltre le banali esigenze dell’audience televisiva… quando la magistratura è corrotta, a mio avviso, bisogna cercare le sue leve molto più in alto e in ambienti molto più pericolosi, che si muovono nell’ombra e difficilmente possono essere da noi conosciuti….

    • legaitalia says:

      Il guaio è che mai come oggi il fatto di cronaca nera e il vestito che lo veste sono alla portata di tutti. E tutti si sentono nella posizione giusta per dire la loro …. in italia pare che esiste un solo criminologo, perché quella faccia la tv ci propina, ma soprattutto non si va mai oltre. Questo è distruttivo

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