Pongo una riflessione. La madre di Mirella Gregori riferisce che la figlia, il giorno della scomparsa, le disse di aver ricevuto una citofonata da parte di un ex-compagno di scuola di sedici anni, tale Alessandro, che la invitava ad un appuntamento nel piazzale di Porta Pia. Ora, non si può pensare che un sequestratore possa conoscere l’esatta voce di un compagno di scuola, né tantomeno saperla riprodurre, e semmai lo avesse sperimentato, sperare che la ragazza cada nell’inganno, riconoscendo nella sua la voce quella del compagno. Tenendo inoltre conto della difficoltà che sperimenterebbe un adulto nel riprodurre la voce di un adolescente di sedici anni. E perché mai un sequestratore avrebbe dovuto adottare una tecnica tanto contorta ed aleatoria. Nel caso la ragazza non avesse riconosciuto la voce del compagno si sarebbe potuta insospettire ed allarmare, ed il primo tentativo del sequestratore ne risulterebbe vanificato ed in parte bruciato. Ma anche se la ragazza, imprevedibilmente, avesse riconosciuto la voce del compagno nell’imitazione del sequestratore, avrebbe potuto declinare l’invito perché già impegnata. O altrimenti chiedere al compagno di salire momentaneamente in casa. Ed anche in questo caso l’approccio sarebbe stato vanificato. Ma allora, se al citofono non vi era il compagno di scuola, chi mai ha suonato? E per quale motivo la ragazza ha fatto credere alla madre che fosse un compagno di scuola? Inoltre se si fosse nonostante recata nel piazzale di Porta Pia, luogo dell’appuntamento, non avrebbe trovato alcun Alessandro, bensì degli adulti che avrebbero dovuto giustificare l’assenza di tale Alessandro ed infine comunque sequestrarla. Per cui tanto conveniva per costoro non produrre alcuna citofonata ed attendere il momento in cui la ragazza si sarebbe recata in strada. Tra l’altro, per chi ne ha conoscenza, sia il luogo di Corso Rinascimento dinanzi al Senato sia il piazzale di Porta Pia, sono luoghi aperti e frequentati, non certo idonei ad operare un qualunque sia sequestro.
In conclusione si arguisce che Mirella Gregori, a torto o a ragione, avesse una intesa con le persone con cui si accompagnò quel 7 maggio 1983.
Per quale motivo avrebbe dovuto mentire senza alcun motivo apparente?
Intere generazioni di giornalisti e scrittori hanno presentato il suddetto fatto descrivendolo semplicemente come: “La ragazza è stata adescata tramite una citofonata di qualcuno che si spacciò per un suo ex-compagno di scuola”.
L’incapacità ad un’analisi, il fermarsi come sempre all’iconografia, la semplice esposizione del fatto, e non approfondire l’iconologia, che porta allo studio del perché un fatto si manifesti in certe sembianze. La presunzione arrogante, la corrività, che li ha portati ad incamerare i tanti “denari”. E tutto ciò li conduce, attualmente, a criticare indebitamente colui che tra pochi chiarisce realmente le parti sommerse della storia.
Chiaro. chiamasi simulazione di rapimento, e ne son convinto pur io, che le ragazze si sono accompagnate con persone che conoscevano. Ma resta sempre l’inquietante domanda di fondo : eppoi….che fine hanno fatto ? e torno pure sulla mia solita domanda ( senza alcuna malizia ovviamente) perchè secondo me, è da qui che bisogna ripartire: ma chi era Emanuela Orlandi ?
Perché ‘simulazione di rapimento’, sig. Andrea..? a mio avviso la Gregori aveva appuntamento con qualcuno che conosceva solo lei, probabilmente una persona che le aveva promesso di introdurla in un ambiente interessante e ‘redditizio’ per un’adolescente, e ovviamente aveva mentito alla madre, per timore….La citofonata era certamente concordata, magari con un’amica, e il luogo del presunto appuntamento, faccio notare al Sig. Accetti, lo deduciamo dalle ultime parole di Mirella a sua madre, dette forse per tranquillizzarla: ma dove fosse realmente, chi lo può sapere? in ogni caso, una volta giunta all’appuntamento, dove sperava di trattenersi al massimo per qualche ora, probabilmente Mirella è stata sequestrata, se con le buone o con le cattive non è dato sapere: di certo, non ho mai sentito parlare di sequestri “pacifici” e che non abbiano avuto conseguenze drammatiche sulle vittime.
Simulazione di rapimento, è quello che fa intendere Accetti con il suo blog. Vede cara anna, io tento, cerco di comprendere le varie informazioni che Accetti stà dando qua, come se fosse un diario di bordo. Saluti.
Perdonatemi volevo scrivere Post non blog.
Una delle chiavi che fornisce Marco F.A, è riportata sopra “L’incapacità ad un’analisi, il fermarsi come sempre all’iconografia, la semplice esposizione del fatto, e non approfondire l’iconologia, che porta allo studio del perché un fatto si manifesti in certe sembianze”… tanti diranno “ma cosa dice” e tralasciano queste parole… E’ inutile che vogliamo pretendere tutti di parlare lo stesso linguaggio… ognuno per formazione vuoi culturale… vuoi per esperienze di vita..vuoi per ambienti formativi… vuoi per ambienti frequentati… vuoi anche per formanzione intellettiva….etc. assume linguaggi a lui consoni e personali… signori Marco è fatto così non potete pensare che lui si adegui a noi..sta a noi eventualmente cogliere il senso del linguaggio..e poi non possiamo pretendere che in fase istruttoria lui possa parlare apertamente a noi spettatori…siamo stati abituati male dai processi mediatici… io penso sia ponderato e intelligentemente pone inviti a chi sa riceverli.. per questo come lui ha più volte precisato è entrato nella scena del momento..ma non dimentichiamo che lo ha fatto per il piccolo Josè… ci sarà pure una motivazione anche se a noi ora sfugge.Mettiamoci nei suoi panni (vero o non vero..non lo so) lui si sente accusato ingiustamente…malgrado i riscontri.. e forse dico forse..ci potrebbe essere anche questa remota possibilità che lui voglia capire quello che lui forse non ha ancora ben definito… prendiamo prima la buona fede delle sue affermazioni..poi magari le sconfessiamo…ma devono essere gli atti giudiziari che stabiliranno per ora ascoltiamo solo quello che sta esprimendo..non facciamo processi sommari. Poi le rilevanze potranno dare un giudizio. Certo che se ci fissiamo che sia solo un mitomane… beh allora ..proseguiamo su questo sentiero… La parola..la parola data.. per lui è importante..è un uomo di altri tempi..forse..ma anche io dico..la parola è parola…. assume quasi un vincolo di sacralità..ma quanti di noi conoscono questo antico valore…potrebbe essere errato.questo concetto…va bene…ma per chi lo conosce sa che è un valore immortale.. e che vogliamo farci se Marco è fatto così. Lui parla ma se non lo comprendiamo la colpa..non è sua. è dovuta alla nostra ignoranza(nel senso che ignoriamo altre realtà) ma dobbiamo capire che tanti MFA parlano questo linguaggio..forse non abbiamo avuto modo di incontrarli…sembrano far parte di altri mondi..ma questa è la benedetta diversita . Ripeto nessuna difesa a nessuno..non faccio il paladino di nessuno..ma invito a riflettere ed osservare le varie prospettive..SEMPRE e comunque! Poi su Mirella ha fornito la sua opinione..è bene analizarla..ne abbiamo sentite tante, siamo noi che attraverso queste parole possiamo escudere o iniziare a pensare a qualcosa di diverso… c’è sempre tempo a scartare ipotesi.
Ma che dite. La ragazza sapeva benissimo che al citofono non c’era il compagno ma la persona che aspettava. Alla madre disse che era il compagno.ma siete stati ragazzini o no? Le bugie facevano parte del trasgredire adolescenziale