Sono obbligato per le solite incompletezze ed inesattezze della stampa, ad anticipare una parte della prossima pubblicazione del prossimo “corpus” di indizi. Questo materiale è già stato consegnato da molto tempo alla Procura della Repubblica, per cui non si tratta di alcuna “rivelazione” attuale.
- Noi simulammo che presso la piazza della stazione di San Pietro si trovasse una villetta usata da un prelato vicino al Presidente Mons. Marcinkus. L’ invenzione della “villetta” doveva rimandare alla reale Villa Stricht, laddove abitava il suddetto Mons. Marcinkus. Nella piazza della stazione San Pietro vi era il capolinea di un autobus che compiva un tragitto lungo il quale noi dovemmo scegliere gli adolescenti che nelle loro testimonianze fittizie avrebbero dovuto dire di aver preso quell’autobus per raggiungere la predetta piazza e la villetta. Nel suo tragitto poteva virtualmente essere preso dalla Emanuela Orlandi, che abitava nelle vicinanze. Il bus passava innanzi la gioielleria del padre del dodicenne Stefano C., posta in Corso Vittorio Emanuele II; raggiungeva la Nomentana, strada nei pressi della quale, sulla stessa direttrice di sinistra erano poste le abitazioni di Mirella Gregori, della Catherina G. e della Catherina Skerl, le quali potevano raggiungere la fermata del suddetto mezzo con altri autobus percorrenti la stessa via Nomentana.
- Pochi giorni prima del 20 dicembre 1983 fermammo Catherine G. La scelta del nome Catherine era dovuta al fatto che si vociferava, vero o falso che sia, che Mons. Marcinkus avesse potuto avere in passato una particolare simpatia per l’attrice francese Catherine Deneuve. La sedicenne Catherine G. era una ragazza il cui padre non era italiano, e che abitava sulla stessa direttrice della via Nomentana, come Mirella Gregori e come si rivelerà per Catherine Skerl. Avremmo voluto chiederle nei mesi a venire, se mai l’avessimo convinta, di dire che frequentando quella villetta aveva riconosciuto i volti della Orlandi, della Gregori e di Stefano C. La testimonianza di questa Catherina G., che veniva in ordine dopo quella dei suddetti tre adolescenti, era funzionale a dare un senso, un’interpretazione e una conferma per l’appunto ai precedenti altri tre casi. Ma la presenza del giovane Garramòn nella pineta e conseguente investimento ci fece sospendere qualunque iniziativa e attività riguardanti persone minorenni. Un’altra Catherine con il padre dal cognome non italiano e con la stessa età della Catherina G., sarà uccisa esattamente un mese dopo l’aver noi fermata la Catherine G. Tra l’altro avevano la stessa altezza ed una notevole somiglianza nei tratti e nel colore dei capelli.
Un simile evento si verificherà verso la fine di novembre, quando fermammo il dodicenne Stefano C. in Corso Vittorio Emanuele II, ed alcuni elementi dell’altra parte coinvolsero, presumibilmente, il dodicenne Garramòn, conducendolo nella pineta, esattamente un mese dopo, per motivi tutt’ora non chiariti. Sia la Catherina Skerl che il giovane Garramòn ci apparvero come due “risposte” al nostro aver coinvolto degli adolescenti affinché testimoniassero (pur falsamente) contro membri dell’altra parte.
Sia Catherina Skerl che Josè Garramòn furono condotti in un luogo non urbanizzato, di “campagna”, ed ambedue stavano fuggendo.
La Skerl frequentava un liceo che è posto accanto al fiume Tevere, così come lo era il liceo della Orlandi, a poca distanza l’uno dall’altro.
La Skerl fu condotta dal suo uccisore a Grottaferrata, laddove aveva una villa l’avvocato Ortolani. Ed inoltre vi era la sede della Pro Fratribus di Mons. Hnilica.
- Il 21 dicembre 1983, giorno seguente il noto investimento nella pineta del giovane Garramòn, Sergej Antonov, uno dei cittadini bulgari detenuto in Rebibbia, uscirà per andare agli arresti domiciliari. Sul giornale L’Unità, gli articoli di cronaca riportanti il fatto della pineta e l’uscita del carcere del signor Antonov appariranno pubblicati nella stessa pagina, che sarà mostrata a chi di dovere.
- Nel 1986, appena uscito dagli arresti domiciliari, in quanto assolto dalla volontarietà per il fatto della pineta, mi recai presso la scuola frequentata da Catherina Skerl per cercare di conoscere una studentessa dello stesso istituto, in modo da far credere che costei ci avesse edotto sulle modalità reali dell’omicidio della Skerl. Per cui prescelsi fermandola, tale Ligeia S., dal cognome non italiano (le generalità complete sono depositate in Procura). Lei fu scelta per ulteriori somiglianze quali l’altezza, il colore dei capelli, simili alle “altre Catherine”. Inoltre frequentava una scuola di danza come la Catherina G.
Lei sta dicendo molte cose ma per amore di Giustizia una cosa dovrebbe dire e non ha ancora detto : che Emanuela ,che lei ha avuto il piacere di conoscere e forse di apprezzare come pianista ,era una ragazza seria e intelligente altro che la libertina ( per non usare parole peggiori ) che hanno descritto fior di giornalisti ..
Emanuela …. apprezzare come pianista ???
Caro Carlo, quanto Lei dice ho già avuto modo di dichiararlo in Procura e confermarlo ogni qualvolta mi sono espresso mediaticamente. Grazie di aver confermato tale verità storica.