Tre giornalisti.

Tre giornalisti cosiddetti “esperti” del caso Orlandi-Gregori: Massimo Lugli de La Repubblica ha dichiarato che le telefonate del cosiddetto Americano provenivano esclusivamente da cabine del quartiere Pinciano. E’ falso, come tutti ben sanno, ed è misteriosamente grave che un giornalista compia tale negligenza. 

Fabrizio Peronaci del Corriere della Sera continua a confermare l’altrettanto falso episodio secondo il quale io nel 1983 avrei effettuato una delle telefonate di rivendicazione del caso Orlandi-Gregori dall’utenza della mia abitazione. Ciò è altrettanto misteriosamente falso ed è da mentecatti immaginare una tale puerile, ridicola e inverosimile circostanza che non trova chiaramente alcun riscontro nei documenti giudiziari.

Pino Nicotri ha dichiarato che l’intercettazione da me subita e nel corso della quale una mia compagna parlò del caso Orlandi sarebbe da collocarsi nel periodo posteriore alla mia presentazione in Procura, quando consapevole di poter essere sotto il controllo telefonico degli inquirenti avrei prodotto tale messinscena per acquistare credibilità. Falso. Tale intercettazione è negli archivi della Squadra Mobile romana e si colloca nell’anno 1997. Tra l’altro il giornalista Nicotri conferma ai suoi lettori la mia non credibilità in quanto inquirenti e giornalisti “non potevano essere così imbecilli” da non riuscire a comprendere e interpretare i noti fatti. Eppure che la data 5/84 scritta in una lettera dei presunti rapitori nel 1983 significasse il maggio del 1984, mese in cui furono restituiti parte dei debiti contratti dal Banco Ambrosiano, non fu mai compreso da inquirenti e giornalisti come non fu realmente indagato su chi potesse essere la ragazza, la cui uccisione un comunicato rivendicava nell’ottobre del 1983, e che io chiarii si chiamasse Paola Diener, morta tra l’altro nella sua abitazione di via Gregorio VII, la stessa via dove in seguito verrà collocato un teschio nell’omonima chiesa. Ed innumerevoli sono le altre circostanze da me delucidate.

Sovente vengo pubblicamente giudicato attraverso il profilo mediatico costruito da questi e da altri rappresentanti della stampa italiana.

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