Due nuovi libri sul caso Orlandi – Gregori

Due libri trattano la mia persona, commento per sommi capi.

“Il Ganglio” del giorn. Fabrizio Peronaci. Costui mi attribuisce la frase: “Pierluigi? Era una ragazza, ci siete cascati ah ah”.

Ciò rammenta un’altra mia presunta dichiarazione riportata da un suo collega di Giallo: “se ci sarà un processo assisteremo a molti colpi di scena”

Non ho mai pronunciato ambedue le frasi suddette, non è il mio modo di esprimermi, e se anche “ad absurdum” lo fosse stato, mi sarei peritato di farlo alla presenza di giornalisti, i quali chiaramente vogliono, per necessità biecamente commerciali, rivolgersi ad un pubblico “facile”, sentimentalista e familista, che preferisce una realtà (falsa) manichea, i cattivi e i buoni. Io il cinico arrogante ed avventuriero, Pietro Orlandi la “immaginetta”, il fidanzato della porta accanto che le signore vorrebbero per le proprie figliole.

Il melò, il feuilleton per l’Italietta che si informa con un giornalismo più che provinciale. Per gli imbecilli che ancora credono di apprendere la realtà dai giornalisti di cronaca nera, i quali sceneggiano, esasperano, falsificano per il loro “piccolo” tornaconto carrieristico, laddove le “vendite” lo pretendono. Ogni riferimento al mio privato è quindi esasperato e posto in una direzione univoca, non corrisponde se non in minima parte a verità. E’ la demonizzazione di utilità commerciale posta in essere nei miei confronti dalla maggioranza dei media.

Il libro conversamente tralascia il fatto che il signor Pietro Orlandi, violando il codice penale, ospiti frequentemente nella sua pagina Facebook e con mero fiancheggiamento, continue gravi diffamazioni nei miei confronti, tra l’altro sempre segnalate alla polizia postale da un mio legale. Insulti, dileggi e quant’altro, in un forum che per sua natura e regolamento dovrebbe esprimere contenuti e confronti. Oggi stesso mi riferiscono il commento di una signora, già denunciata in passato da un mio legale per diffamazione, la quale scrive: “toccava i bambini. Lo impalerei!” Ciò riprende chiaramente e ripete acriticamente l’assunto iniziale espresso dalla nota trasmissione di RAI 3, e che la stessa ha abbandonato da diverse puntate.

Un anno fa dissi al signor Orlandi che il fatto di sua sorella non interessava la sfera del fenomeno pedofilo, e che un’esposizione mediatica in tal senso avrebbe potuto inibire qualunque ecclesiastico e non, a presentarsi in procura rispondendo al mio appello. Costui ritiene che l’esser fratello dell’Emanuela gli attribuisca di per se capacità di giudizio, discernimento ed oculatezza, prudenza e diplomazia. Circondato e mal consigliato da mediocri ha compiuto tali errori strategici,che gli hanno chiuso, ne sono conoscenza, varie porte a certi livelli per accedere alla chiarezza della verità.

I commenti diffamatori contenuti nella sua pagina sono una violazione del regolamento della stessa, del regolamento F.B. e del codice penale. Per cui la bontà ed il senso di giustizia dell’Orlandi sono una invenzione mediatica di quei giornalisti come il Peronaci, che lo esibiscono per commuovere la platea, ma nella sostanza lo danneggiano e boicottano.

Il signor Orlandi è parte civile, ed io ho ricevuto un avviso di garanzia. Per cui tutto ciò si configura come una “intimidazione di un testimone”.Tutte queste diffamazioni, da lui non censurate per cui se ne è assunto la responsabilità, sono state raccolte da più di un anno e poste in una memoria che verrà inglobata nell’istruttoria. E nel caso di un processo dibattimentale saranno lette innanzi alla corte. In questa ultima sede non risponderò mai agli avvocati della famiglia Orlandi come ho già fatto con quello della famiglia Garramòn che nel 2013 chiese di incontrarmi. Ne tanto meno, vista l’immaturità generale che dovrebbe accogliere realtà tanto delicate, ho nulla da aggiungere al già detto.

Ritornando al giornalista Peronaci, questi banalizza e riduce arbitrariamente la portata politica di quel che era il reale intento di quanti misero in essere i fatti di cui trattiamo. Volontà di ottenere in chiave progressista alcuni benefici dalla parte retriva della curia. E nella sua lettura “media” delle cose, vi preferisce l’imbelle ignavia degli allora sudditi vaticani, che pur di restare placidi in quell’oasi artificiale che era ed è la Città del Vaticano, non si opponevano ai soprusi e alle ingiustizie nei confronti loro perpetrate, in sede di lavoro e diritti civili. Certo, poi l’evento è degenerato ed io me ne sono assunto ogni responsabilità presentandomi in procura. Molti altri contrariamente, non riconoscono la loro ben minima colpa, come lo stesso Peronaci che pubblicando un allucinato falso senza riscontri che lo avvalorassero, non ha ancora posto le scuse alla mia persona ed ai suoi lettori. Costui pretendeva di far credere che nel 1983, io avessi potuto effettuare una telefonata dall’utenza telefonica della mia abitazione ad un qualche giornale, presentandomi come il telefonista denominato “l’americano”, senza alcuna cautela di poter essere rintracciato. Puerile e imbecille il pensarlo, immaginatevi lo scriverlo.

La natura del pubblico a cui il Peronaci aspira, non consente di far comprender loro l’idealità, il concedersi al di là del beneficio personale, il gesto disperato che si fa criminale per l’altrui inerzia. La sotto mentalità piccolo borghese del non rischiare armerà sempre la mano altrui. Il male, qualunque esso sia, nasce sempre dall’assenza del reale bene. Il cosiddetto” bene” rappresentato dalla stampa nazional-popolare e dalle infinite masse dei suoi lettori è sterco. Un reale inferno ipocrita. Ammantati di pseudo sentimenti edulcorati costoro credono di amare e vivere in giustizia, ma sempre ratti a lapidare quanti non rientrano nei loro minimi interessi. Primitivamente incolti e creduloni. Hanno amato il ventennio fascista, sessant’anni del partito della Democrazia Cristiana, un altro ventennio di un presidente del consiglio mentecatto e ora vorrebbero interpretare la natura complessa e sofisticata di questo caso giudiziario. È la supremazia del pathos a dispetto dell’ethos, il carattere profondo delle cose che tutto dirime, specializza e chiarisce. Tutto ciò ha contribuito a far “scomparire” il cervello di migliaia di adolescenti.

Il signor Peronaci inoltre, evita di raccontarci dell’altrettanto grave campagna di manipolazione dei fatti intrapresa dalla nota trasmiss. di RAI 3 nei miei confronti e che ha prodotto tanta disinformazione, depistaggio e danni al mio appello a presentarsi a quanti avessero partecipato ai fatti.

“Cane non mangia cane”, esiste una certa mafia dei giornalisti che in pubbliche occasione non disdegnano di indossare le nota maglietta riportante la scritta “contro tutte le mafie”.

(termine parte prima)

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2 Responses to Due nuovi libri sul caso Orlandi – Gregori

  1. Vento Bianco says:

    “È la supremazia del pathos a dispetto dell’ethos”….
    Forse il problema maggiore…ed evidente… è la mancanza del LOGOS…che appare sempre ignorato…e mai compreso.

  2. carlo artemi says:

    Io non ho nulla contro il signor Pietro Orlandi ma lei fa bene a raccogliere le sue diffamazioni e a farne un bel pacchetto per l’istruttoria . Se ci mettesse pure gli insulti che alcuni pseudo amici del signor Orlandi hanno lanciato contro il sottoscritto e la signora Hidalgo sarebbe un capolavoro . ma tanto vedrà che l ora del redde rationem arriverà per tutti . lei non lo ha detto ma lo dico io che al processo ne vedremo delle belle e io aggiungo se ne vedranno ,e forse se ne stanno già vedendo, anche prima e dopo .il processo

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