Nel corso degli interrogatori a cui fui sottoposto presso la Procura di Roma nella primavera del 2013, feci presente alla Dott. Maisto, titolare delle indagini pei il caso Orlandi-Gregori, che avrei potuto rivelare loro altre innumerevoli “notitie criminis”, relative e contigue ai noti fatti degli anni 80. Ciononostante dal Luglio 2013 non sono stato più interrogato .E dopo ben due anni l’istruttoria viene chiusa, con il parere contrario del giudice Capaldo, al quale è stato impedito di acquisire i nuovi elementi che avrei prodotto.
Ora sono deciso a rendere pubblici solo alcuni dei fatti a mia conoscenza, ed esclusivamente per indicare la negligenza irresponsabile della Procura, sempre se di sola negligenza possa trattarsi.
Ben 10 anni orsono, alla morte del Pontefice Giovanni Paolo II, nel caso fosse stato eletto un Cardinale non curiale mi sarei presentato in Procura, cosi come avrei fatto in seguito nel 2013, dopo l’elezione di una figura non riconducibile ad ambienti curiali, quale era il Card. Bergoglio. Della mia intenzione resi partecipi in quel mese di Aprile del 2005, alcuni sodali con cui condivisi le responsabilità per i suddetti fatti degli anni 80.
Seppi che alcuni di costoro, temevano io potessi fare i nomi dei responsabili dell’omicidio di Catherine Skerl. Per cui si adoperarono a sottrarre uno degli elementi che poteva legare il caso della ragazza a quello delle Orlandi- Gregori.
Quando la Skerl fu vestita per essere deposta nella bara, era presente una ragazza che entrò in quel settore di Medicina Legale deputato a tali uffici, spacciandosi per parente ed insistendo per assistere alla preparazione del feretro. Tale ragazza doveva cercare di comprendere se la Skerl fosse persona conosciuta o meno dal nostro gruppo. Non lo avrebbe potuto fare nella successiva esposizione della cassa nella sala pubblica, per non esser vista dalle molte persone che erano già in attesa all’esterno, e tra le quali poteva esservi un qualcuno della parte avversa. Costei ravvisò un certo elemento indosso alla Catherine, e tale dettaglio fu usato in un comunicato del 1984, ed attribuito alla Orlandi.
Conosco il luogo romano dove tale bene è occultato, e lo potrei rivelare ai magistrati se mai manifestassero l’intenzione di apprenderlo.
Per impossessarsi di tale elemento, alcune persone organizzarono nel 2005 una fittizia squadra di addetti ai lavori cimiteriali, e simulando un lavoro di riesumazione smurarono il fornetto e lo richiusero dopo aver prelevato la bara. La caricarono su di un carro funebre ed uscirono da uno dei cancelli vigilati, come se si trattasse di un’operazione di traslazione.
Lasciarono all’interno della tomba una maniglia che svitarono alla stessa cassa. Tale maniglia raffigurava un angelo. Il significato di tale azione era una sorta di codice.
Tra i motivi del trafugamento, vi era anche l’intenzione di esercitare alcune pressioni.
Ciò mi fu raccontato in quello stesso anno da persona fede degna, è ritengo tale informazione probabilmente vera. Ma non ne ho certezza piena.
Se poi veramente dovesse risultare la violazione e il trafugamento della salma, non si pensi possa essere opera del sottoscritto. Le mura ed i cancelli del cimitero monumentale e storico del Verano sono alquanto alti, impensabile farne travalicare una bara notte tempo. Inoltre tale azione necessitava in qualunque modo della partecipazione di più persone.
Negli scorsi mesi avevo comunicato la mia intenzione di rendere noto alla Procura tale fatto, ad alcune persone contigue ai presunti responsabili dello stesso, nel qual caso avessero voluto portare la loro testimonianza. E mi ha alquanto incuriosito notare, quando mi recai ultimamente nei pressi del predetto fornetto, tracce di recente stucco a chiudere e rinforzare alcune crepe del marmo. Ma ciò può essere stato semplicemente un coincidenziale intervento di manutenzione dei parenti della Skerl.
Per stabilire la datazione della presunta effrazione del loculo, si dovrà comunque periziare il materiale con cui è stato eventualmente richiuso nel 2005 il muretto interno e la lapide.
In conclusione: se quanto ho sopra esposto dovesse corrispondere al vero, l’atteggiamento colpevole della Procura avrebbe comportato che le indagini riguardo al trafugamento del corpo di Catherine Skerl, si avviassero con più di due anni di ritardo.
Inoltre l’ ingiustificata accusa che io possa essere solo una persona estranea ai fatti, che si è informata sulla storicità degli stessi e li avrebbe successivamente sceneggiati, dovrebbe assumere una certa inverosimiglianza. Avrei anche atteso 10 anni dal fatto, ed altri due dal primo interrogatorio del 2013 per divulgare la vicenda. Tra l’altro nelle prime deposizioni avevo fatto presente che nel 1986, appena uscito dagli arresti domiciliari mi indirizzai verso il liceo della Skerl, laddove per cercare di comprendere i motivi di tale omicidio entrai in contatto con una studentessa, Ligeia Studer.
Costei avrebbe potuto confermare, ma non è stata mai convocata dagli ineffabili giudici Maisto e Pignatone.
Questa mia ultima rivelazione avrei potuto venderla mediaticamente, così come anche la consegna del flauto. Eppure è a disposizione di chiunque, anche della Procura, che se mai avesse l’intenzione di approfondire può contattarmi.